venerdì 21 febbraio 2014

Sardegna reportage: ex colonia marina "Francesco Sartori"


In molti paesi europei le zone industriali in disuso e gli edifici abbandonati vengono riqualificati e trasformati in musei, centri culturali, biblioteche, o demoliti lasciando spazio al nuovo; al contrario, in Sardegna si aspetta che il tempo faccia il suo corso, c’è una sorta di immobilismo: talvolta si discute a proposito ma raramente si prende una decisione e la si porta a termine.
Uno di questi luoghi fermi in questo “limbo” è l’ex colonia marina Francesco Sartori.
Costruita negli anni ’50 dalla società Italiana del Piombo e dello Zinco nell’insenatura di Funtanazza –zona scarsamente frequentata e priva di infrastrutture - ed inaugurata il 13 maggio 1956 dall’allora Presidente della Regione Sardegna Giuseppe Brotzu, si trova a pochi chilometri dalla miniera di Montevecchio, appartenente al Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, di cui gran parte è lasciato all’incuria tanto da non avere più il riconoscimento dell’Unesco.

La struttura era in grado di ospitare, gratuitamente, fino a 600 figli dei minatori che lavoravano nelle miniere di Montevecchio ed Ingurtosu, ed era dotata di due piscine, di cui una olimpica con piattaforma per tuffi (unica allora in Sardegna); era un luogo vivo, popolato da grida di gioia e risate dei bambini che trascorrevano lì l’estate.

La chiusura della miniera ha causato l’abbandono della struttura che nel 2003 è stata acquistata da una società di proprietà di Renato Soru, il piano di recupero prevedeva la realizzazione di una struttura alberghiera a 5 stelle ma ora tutto è fermo, ora è un luogo morto, in cui regnano la desolazione ed il silenzio; negli ultimi anni è stata vittima di numerosi furti ed incendi, della struttura è rimasto quasi esclusivamente lo scheletro.

















Foto "bonus" con l'istantanea: